domenica 25 marzo 2012

UNA NUOVA NORMA NELLA NAUTICA CHE HA IL SAPORE DI SCANDALO
Ancora scandalo nella nautica. Stavolta per la liberalizzazione del noleggio da parte dei privati. L’euforia del ridimensionamento della tassa di stazionamento con il relativo passaggio a tassa di possesso ha fatto passare in sordina questa norma del decreto liberalizzazione. Una norma accolta sicuramente con entusiasmo da tantissimi possessori di barche private, sia a vela che a motore. Naturalmente non sono dello stesso parere le società armatrici di barche destinate al noleggio, che trovano la cosa totalmente assurda e  che mette a rischio la sopravvivenza di un settore già in notevole difficoltà.
Ma vediamo cosa dice questa norma, pensata solo da chi è lontano anni luce dalla realtà di tutti i giorni, anche perché come dice giustamente il presidente dell’ ISYBA, Massimo Revello,  “….risulta in contrasto con l'art. 41 della Costituzione relativamente alla libertà di iniziativa economica nell'esercizio dell'attività di trasporto di persone (viaggiatori/noleggiatori), nonché priva di prescrizioni finalizzate alla tutela della concorrenza, della trasparenza del mercato, della sicurezza dei viaggiatori/noleggiatori, della tutela delle condizioni di lavoro, delle garanzie tese a garantire l'omogeneità dei requisiti di idoneità alla conduzione del mezzo nautico".
Vi riporto il testo integrale della norma riguardante questa parte:
59.0.2
Ranucci, Marco Filippi
Dopo l'articolo 59, inserire il seguente:
«Art. 59-bis.
(Semplificazione nella navigazione da diporto)

1. Al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, dopo l'articolo 49, è aggiunto il seguente:
''Art. 49-bis. - (Noleggio occasionale). ? 1. Al fine di incentivare la nautica da diporto e il turismo nautico, il titolare persona fisica, ovvero l'utilizzatore a titolo di locazione finanziaria, di imbarcazioni e navi da diporto di cui all'articolo 3, comma 1, può effettuare, in forma occasionale, attività di noleggio della predetta unità. Tale forma di noleggio non costituisce uso commerciale dell'unità.

2. Il comando e la condotta dell'imbarcazione da diporto possono essere assunti dal titolare, dall'utilizzatore a titolo di locazione finanziaria dell'imbarcazione ovvero attraverso l'utilizzazione di altro personale, con il solo requisito del possesso della patente nautica di cui all'articolo 39 del presente codice, in deroga alle disposizioni recanti l'istituzione e la disciplina dei titoli professionali del diporto. Nel caso di navi da diporto, in luogo della patente nautica, il conduttore deve essere munito di titolo professionale del diporto. Qualora sia utilizzato personale diverso, le relative prestazioni di lavoro si intendono comprese tra le prestazioni occasionali di tipo accessorio di cui all'articolo 70, comma 1, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e ad esse si applicano le disposizioni di cui all'articolo 72 del citato decreto legislativo n. 276 del 2003.

3. Ferme restando le previsioni di cui al presente Titolo, l'effettuazione del noleggio è subordinata esclusivamente alla previa comunicazione, da effettuarsi mediante modalità telematiche, all'agenzia delle entrate e alla capitaneria di porto territorialmente competente, nonché all'inps ed all'inail, nel caso di impiego di personale ai sensi del terzo periodo del presente comma. L'effettuazione del servizio di noleggio in assenza della comunicazione alla capitaneria di porto comporta l'applicazione della sanzione di cui all'articolo 55, comma 1, del presente codice, mentre la mancata comunicazione all'inps o all'inail comporta l'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 3, comma 3, del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2002, n. 73.

4. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze ed il Ministro del lavoro sono definite le modalità di attuazione delle previsioni di cui al comma 3.

5. I proventi derivanti dall'attività di noleggio di cui al comma 1, sono assoggettati a richiesta del percipiente, sempreché di importo non superiore a 30.000 euro annui, a un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali, nella misura del venti per cento, con esclusione della detraibilità o deducibilità dei costi e delle spese sostenute relative all'attività di noleggio. L'imposta sostitutiva è versata entro il termine stabilito per il versamento a saldo dell'imposta sul reddito delle persone fisiche. L'acconto relativo all'imposta sul reddito delle persone fisiche è calcolato senza tenere conto delle disposizioni di cui al presente comma. Per la liquidazione, l'accertamento, la riscossione e il contenzioso riguardanti l'imposta sostitutiva di cui al presente comma si applicano le disposizioni previste per le imposte sui redditi. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate sono stabilite modalità semplificate di documentazione e di dichiarazione dei predetti proventi, le modalità di versamento dell'imposta sostitutiva, nonché di ogni altra disposizione utile ai fini dell'attuazione del presente comma. La mancata comunicazione all'agenzia delle entrate prevista dal quarto periodo del comma 1 preclude la possibilità di fruire del regime tributario sostitutivo di cui al presente comma, ovvero comporta la decadenza del medesimo regime''».

Leggendo la prima parte “…. al fine di incentivare la nautica da diporto ed il turismo nautico …..” al danno si aggiunge anche la beffa … secondo questi signori dando la possibilità di noleggiare la propria barca ai privati cittadini, non solo ma anche dando la possibilità di comandarla, senza tutti i dovuti titoli che sono necessari a chi esercita professionalmente quest’attività, il turismo nautico viene incentivato …. bah!
Non sarebbe stato molto meglio concedere qualche liberalizzazione in più alle società armatrici? O anche vigilare sulle tariffe portuali che incidono in maniera esponenziale sui bilanci sia delle società che dei privati? Permettendo in questo modo o di abbassare le tariffe e far avvicinare sia al turismo nautico che all’acquisto di nuove barche tante persone che oggi lo vedono come una cosa proibitiva? Ciò non avrebbe creato forse anche nuovi posti di lavoro?
Ad ogni modo, è giusta e sacrosanta l’azione legale con un “action class” che stà portando avanti sempre Massimo Revello presidente del ISYBA (Italian Shipping & Yacht Broker), che in un documento molto dettagliato ed approfondito contesta in ogni minimo particolare questa norma. Anzi noi tutti addetti al settore, ma anche semplici amanti del mare dovremmo far sentire la nostra voce per contrastare una norma veramente assurda che va oltre tutti i principi di libertà ed uguaglianza. Questo lo possiamo fare,  partecipando  all’iniziativa dell’ISYBA, che acquisirà le adesioni dei soggetti interessati a dare voce a tale iniziativa tramite il proprio Studio Legale convenzionato. www.isyba.it
Di seguito riportiamo il documento dell’ISYBA, una associazione che raduna 260 imprese del settore della mediazione marittima e dei servizi.

barche a vela da noleggio




martedì 20 marzo 2012

DIVENTA TASSA DI POSSESSO E MOLTI PORTI ANNULLANO LE PROMOZIONI

Poco più di un mese e la nuova tassa sulla nautica da diporto entrerà in vigore. Il provvedimento  deciso dal governo Monti,  trasformando la tassa di stazionamento in tassa di possesso, ha certamente dato fiducia e quindi benefici a tutto il comparto nautico,  non solo, il nuovo provvedimento, ha escluso dal pagamento gli stranieri che stazionano nei nostri porti, e ciò sicuramente non allontanerà dall’Italia il turismo estero. Inoltre, ha riconosciuto e capito il momento di difficoltà del settore nautico ed ha evitato di tassare sia le società di locazione e/o noleggio, così come il primo anno di vita delle nuove barche.

Quando è  stata pressentata la prima bozza di legge, molti diportisti, specie quelli nei pressi dei confini pensavano di espatriare con le loro imbarcazioni all’estero, ed allora molti marina, avevano pensato di fare delle offerte molto vantaggiose, alcuni porti, includevano nelle proprie tariffe anche la tassa di stazionamento.


Marina di Procida - Procida - Napoli

Vediamo come alcuni marina e porti hanno deciso di ritoccare le proprie offerte alla luce di questi nuovi cambiamenti, mentre altri porti mantengono inalterate le loro promozioni.

Porto di Lavagna – Lavagna 1.509 posti per barche fino ai 50 metri. Rispetto alle settimane passate, l’amministrazione ha deciso di ritoccare la propria offerta: non c’è più nessuno sconto sul listino di ormeggio, ma rimangono il 20% di sconto su alaggio e varo e il 20% di sconto per la manodopera. Inoltre è a disposizione un servizio di broker per l’assistenza nella compravendita delle barche.

Marina di Varazze – Varazze 927 posti per barche fino ai 35 metri. Nessuna modifica all’offerta precedente. Quindi: nuova tariffazione metrica per imbarcazioni fino ai 24 metri, servizi nautici ottimizzati sia per il natante sia per l’armatore, al quale verranno garantiti benefit.

Marina del Gargano - Foggia 747 posti barca dagli 8 ai 60 metri. Anche in questo caso rimane confermata la politica del marina: ampliamento dell’area di rimessaggio, alaggio e varo praticamente gratuiti. Da 1 a 5 anni il porto si fa carico delle spese di gestione a eccezione dei consumi.

Marina dei Cesari- Fano 400 posti barca fino ai 40 metri. Data la precedente offerta che vedeva il porto pagare interamente o per la metà la tassa di stazionamento sui contratti biennali, ora la direzione cambia radicalmente quanto proposto: sconto del 10% sul prezzo di listino per l’ormeggio per contratti annuali. Per contratti biennali, invece, lo sconto da applicare è del 12%. Inoltre per le barche fino ai 6,50 metri, l’armatore dovrà pagare 1.300 euro tutto compreso.

Marina di Rimini- Rimini 622 posti barca fino ai 45 metri. La struttura prevede di scontare 10 posti per ogni categoria di imbarcazione. Dunque nessuna differenza con la precedente offerta.

Aprilia Marittima- Aprilia Marittima 680 posti per barche fino ai 25 metri. L’amministrazione conferma quanto dichiarato a gennaio: tariffe agevolate in base alla lunghezza. Per un 10 metri, ad esempio, l’armatore pagherà per l’ormeggio 2.500 euro; per un 14-15 metri 4.200 euro e per un 7 metri 1.500 euro.


Pontile P6 - marina di Procida - flotta charter Progettoceano

Fonte: FareVela

domenica 11 marzo 2012

CAMBIO PARAOLIO PIEDE VOLVO PENTA BARCHE A VELA BAVARIA
Siamo oramai in primavera, l’estate si avvicina e  tutti coloro che posseggono una barca pensano al rimessaggio. Ho pensato, dopo lo scorso articolo su come cambiare una boccola ad un timone di una barca a vela Bavaria, di scrivere qualche informazione sulla sostituzione del paraolio/paracqua ad un piedino Volvo Penta.
Da qualche anno un po’ tutti i cantieri di barche a vela che vanno per la maggiore, Bavaria, Jeanneau, Beneteau, Dufour, Hanse, ecc….hanno scelto l’ S-Drive, lasciando, solo alle motorizzazioni più potenti (superiori ai 100 cv) o a qualche modello particolare la scelta della tradizionale linea d’asse.
Non voglio in questo articolo dilungarmi sugli aspetti negativi e positivi dei due sistemi di propulsione o sul perché venga preferito uno anzichè l’altro,  semmai ci ritorno in un prossimo articolo; vorrei semplicemente concentrarmi  su un punto debole dell’ S-Drive, che sicuramente ha preso piede, oltre che dalla facilità e quindi econimicità del montaggio, anche per la facilità di manovra tanta amata dal  mercato del charter, ovvero del noleggio delle barche a vela.
Indico e definisco Il paracqua/paraolio in questa maniera, perché le “tenute” sono due, una è esterna e serve a non far entrare acqua all’interno del piedino, l’altro è interno e serve a non far uscire l’olio dal piede Volvo Penta.
Per semplicità li chiamiamo entrambi paraolio, essi si trovano appena dietro l’elica. Un problema dell’S-Drive, è la rottura del paraolio. Ciò accade non  tanto per il normale logorio dovuto all’uso, ma, quando accidentalmente viene presa nell’elica una lenza o una cima molto sottile. Con la normale rotazione dell’elica, al 99%  la lenza, specie se sottile penetra tra l’asse ed il paraolio, rovinandoli  e facendo perdere agli stessi la caratteristica principale, cioè quella d’impedire all’acqua di penetrare all’interno del piede Volvo Penta. Naturalmente ci si accorge del problema nei controlli  periodici del livello dell’olio….si trova l’olio emulsionato ( un colore biancastro/violetto)….Anche l’olio, meriterebbe tutto un articolo, in quanto dopo un periodo in cui la Volvo indicava di usare olio ATF, c’è stato negli ultimi 2 anni un ritorno al normale olio da motore….
Quando si ha la sventura di trovarsi in una situazione del genere, l’unica cosa da fare è quella di alare la barca e cambiare i due paraolii. Quest’ operazione si rende necessaria per due motivi, uno più importante dell’altro: il primo perchè naturalmente  tutti gli ingranaggi non lavorano più sola a bagno nell’olio e secondo perché se i paraoli cedono, aumenta il volume dell’olio/acqua all’interno del piedino, questo può causare la rottura dei  paraolii del motore, con le relative conseguenze.
Vediamo allora in che modo procedere, è un operazione relativamente semplice, che con una discreta manualità e dei buoni attrezzi si può risolvere da soli, in ogni caso, se ci si affida ad un tecnico è comunque buona norma sapere di che cosa si tratta.
Per cominciare, si smonta l’elica e lo zinco del piedino. Prima di procedere, è necessario togliere l’olio dal piedino, per fare quest’operazione c’è un perno nella parte bassa, ricordate, inoltre, di aprire lo sfiato nella parte alta dell’invertitore.
Tolta l’elica e lo zinco ci troviamo di fronte alla flangia di chiusura del piedino, che in realtà è la sede dei due  paraolii. Per smontarla, ci sono due perni esagonali. Dopo aver sviato i due perni, con qualche colpetto di martello, naturalmente proteggendo il piedino con del legno si fa uscire dalla propria sede la flangia con tutto l’ingranaggio ed il relativo asse.
Fatto ciò, non dimenticatevi di lavare tutti gli ingranaggi  con della benzina, potete procedere versando la benzina dal tappo in cui si aggiunge l’olio all’invertitore, così facendo laverete  tutti gl’ingranaggi e tutto l’interno…ripetere l’operazione più volte.
A questo punto, dovete procede all’estrazione dei due paraolii dalla propria sede. Vanno estratti dal lato interno della flangia (lato ingranaggi), in quanto sul lato esterno vi è una battuta che non permette l’uscita.
Prima di poterli estrarre bisogna togliere un tronco di cono in acciaio che  serve, appunto, a tenere bloccati i due paraoli. Fate attenzione, perché tra il tronco di cono ed i paraolii, vi sono degli anelli di spessore in acciaio molto sottili, ma fondamentali.
Tolto il fermo (tronco di cono) e battendo sui due paraoli dall’esterno all’interno essi verranno fuori.
Ora non vi resta che pulire la sede e rimettere i nuovi paraoli, facendo attenzione al verso. (notate la posizionei prima dell’estrazione – i lati con le scritte devono rispecchiarsi ). Inoltre quando inserite i paraolii, fate attenzione affinchè vadano nella propria sede parallelamente, altrimenti rischiate di non riuscirci e rovinate gli stessi. Rimettete gli anelli di spessore ed il tronco di cono, ricordandovi sempre di farlo scendere parallelamente.
Ora date un occhio all’asse e passatelo leggermente con della tela abrasiva in prossimità di dove lavorano i paraolii.
A questo punto non vi resta che rimontare il tutto procedendo in maniera inversa allo smonataggio, vi ricordo però di cambiare i due o-ring di tenuta della flangia del piedino, è buona norma sui perni della flangia mettere della loctide (frena filetti), così come sui perni dello zinco e dell’elica.
Inoltre, poiché avete smontato l’elica, vi suggerisco di sostituire il perno di blocco dell’ogiva.  Alcuni tecnici Volvo Penta suggeriscono di sostituirlo una volta l’anno….ma anche per questo ci sarà spazio in un prossimo articolo.
Sperando di essere stato utile a qualche amante del mare, resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento alla seguente mail: info@progettoceano.com.
Qualche foto per rendere più chiaro l'articolo:













domenica 4 marzo 2012

Super novità in casa Bavaria: B/0NE un sorprendente 7 metri!

Veramente una sorpresa l’ultima nata in casa Bavaria : B/ONE. Una barca che esce completamente dagli schemi del cantiere tedesco e segna il punto di partenza per una nuova serie di barche, molto più sportive e performanti.
B/ONE è stato presentato al pubblico ed alla stampa appena finito l’ultimo salone di Dusseldorf, ed è stata un vero colpo di scena per tutti, in quanto si discosta completamente dalla vecchia e nuova linea dei Bavaria, e segna il punto di partenza per una nuova serie di barche, molto più sportive e performanti. Il B/One è una specie di grossa deriva adatto sia alle regate che all’uscita per la famiglia sottocosta, insomma una barchetta adatta sia ai più esperti che a chi si avvicina per la prima volta a questo mondo.
Per la verità, Ludman il CEO del gruppo Bavaria (ricordiamo che dallo scorso anno Bavaria ha acquistato Dufour e Grand Soleil), tempo fa aveva annunciato l'interesse del cantiere verso la vela sportiva, ma tutti si aspettavano un evoluzione dei vecchi match e credevano che con la presentazione del nuovo Bavaria 40 sport il discorso fosse terminato ed invece ecco la sorpresa di questo nuovo scafo, che ricorda molto un Farr 400 o i grandi Volvo Open 70.
Sicuramente il cantiere vuole costruire una nuova classe nella quale regatare a livello internazionale, presentandosi in questo modo su nuovi mercati  e quindi nuove fasce di clienti, ed il Bavaria ONE è perfetto per questa missione.
Il progetto della barca è dello studio Farr Yacht Design,uno dei studi di progettazione più evoluti al mondo. E’  una barca di 7 metri per 1030 chili di peso. La chiglia è a T retrattile a lama più siluro, il timone è esterno, appeso allo specchio di poppa, quindi rimovibile facilmente. Il pescaggio con deriva completamente abbassata  è di 1,65 mt, mentre alzata tutta è di soli 40 cm (alzando anche il timone). Un’ottima soluzione  è la posizione della deriva che quando è alzata tutta esce appena dietro l’entrata, permettendo in questo modo di chiudere il tambuccio anche con la deriva alzata.
Una delle classiche prerogative Bavaria è quella di avere un prezzo contenuto con una qualità in ogni caso ottima, ed anche per questo modello il cantiere ha chiesto al progettista uno sforzo in tal senso.
Per la realizzazione dello scafo, lo studio Farr ha quindi scelto una stratificazione non particolarmente sofisticata, ma in ogni caso molto robusta. Questa, è realizzata con stuoie di vetro e classiche, alle quali si aggiungono stuoie a fibre unidirezionali nei punti di maggior sollecitazione. La coperta e lo scafo, sono entrambi in sandwich, la prima ha un core in schiuma espansa di pvc, mentre, il secondo, usa il coremat. Il tutto, è rinforzato da un ragno di madieri e longheroni, steso e stratificato nella parte centrale dello scafo.
Inoltre sempre per mantenere basso il prezzo il progetto ha preteso che ci fosse il minor intervento possibile da parte degli operai che realizzano lo scafo. Nel senso che tutto è preparato nello stampo e poco è lasciato alla manualità, come ad esempio il posizionamento del bompresso, che non richiede fori, ma è ricavato in un alloggio già nello stampo.
La coperta della barca è molto semplice e pulita, la maggior parte dello spazio è riservato al pozzetto, vista la propensione a regatare del Bavaria B/ONE. Nel pozzetto ci sono due comode panche senza naturalmente il paramare e le draglie all’altezza del timoniere sono basse, in modo da permettergli  di sporgersi fuori bordo agevolmente.
A prua, c’è un oblò tondo, che serve sia a far passare lo spy che a dare luce ed aria alla cabina di prua, di lato all’oblò c’è il canale per il bompresso, che oltre ad evitare ingombri in coperta, ha l’altro vantaggio di evitare infiltrazioni d’acqua. Il timone, come abbiamo detto è esterno allo scafo. Il tambuccio di entrata è di dimensioni generose, per permettere un entrata agevole sottocoperta.
Per quanto concerne l’attrezzatura, abbiamo al centro del pozzetto la piccola colonnina per  il rinvio e lo strozzascotte della randa, mentre lateralmente per tutta la lunghezza del pozzetto abbiamo due bordi che servono come puntapiedi quando si và di bolina.
I carrellini della scotta del fiocco con le proprie rotaie  sono posti sulla tuga, per consentire una bolina strettisssima, naturalmente il fiocco è armato su un avvolgifiocco la cui cima arriva in pozzetto. Il boma è armato con un vang il cui rapporto è 16:1.
La superfice velica è di 34 metri quadrati con randa  e fiocco, lo spy arriva a 48 mt quadrati, da ciò si capisce che lo studio Farr ha voluto una barca con ottime prestazioni sia di bolina che al lasco….
Gli interni della barca, come dicevamo all’inizio, oltre a permettere di regatare ad alto livello, consentono anche una breve permanenza a bordo  in maniera discretamente comoda, infatti abbiamo una comoda cabinetta di prua con un letto a V, che naturalmente può diventare matrimoniale con un’aggiunta, e sotto questa, vi è lo spazio per un wc chimico. Ai lati della deriva vi sono altre due panche, ovviamente il tutto rifinito secondo gli standard del Cantiere Bavaria. Altra caratteristica importante è che la maggior parte degli arredi,  si possono facilmente togliere per diminuire peso durante le regate, tutto questo a meno di 23.000,00 euro.
Altra caratteristica  importante è che il B/ONE Bavaria può essere trasportato facilmente su carrello dietro un’auto.
Per concludere possiamo certamente affermare che il B/ONE, che presto  vedremo in acqua è un incrocio tra un dinghi ed uno yacht, facile da condurre, ma al tempo stesso divertente e potente sia di bolina che con andature portanti, può essere condotto con un equipaggio ridotto o con un massimo di 6/7 persone. In altre parole, una barca che farà sicuramente la felicità delle scuole vele e dei circoli nautici.
Infine il commento di una nota rivista di vela. “…semplice, carrellabile, versatile, leggera; il minimo impegno per la massima resa. In questo periodo dove la nautica è vista come un affare da ricchi, la vela risponde con la migliore delle soluzioni:una barca che suscita allegria e trasuda positività da tutti i pori....”

Caratteristiche tecniche:

Lunghezza scafo:     7,09 mt
Lunghezza al gall:    6,36 mt
Larghezza:                2 ,50 mt
      Pescaggio:                0,40/1,65 mt
Dislocamento:          1.030 kg
Zavorra:                         340 kg
Cabine:                      1
Superfice velica:            34 mq
J:                                2,61    mt
P:                               8,76    mt
E:                                3,48   mt
Progetto:        Farr Yacht Design
Prezzo:           22.900 euro




giovedì 1 marzo 2012

                          MODIFICHE ALLA TASSA DI STAZIONAMENTO

Martedì 28 febbraio, nella 10° Commissione del Senato Industria, Commercio e
Turismo, è stato votato ed è passato, l¹emendamento presentato dal Senatore
Luigi Grillo e Mauro Cutrufo (PdL), contenente modifiche sostanziali alla
legge sulla tassa di stazionamento per la nautica. L¹emendamento, redatto
con la collaborazione di una lunga serie di associazioni operanti nella
nautica, con in testa l¹Ucina, apporta modifiche profonde all¹articolo 16
del decreto Salva Italia, l'articolo che introduceva la tassa di
stazionamento.

Cosa cambia:

a)   La tassa non è più "tassa di stazionamento", ma diventa "tassa di
possesso": la tassa dovrà essere pagata da tutti i cittadini italiani che
possiedono o, hanno la disponibilità, di una barca immatricolata più lunga
di dieci metri, sia che questa batti bandiera italiana, sia che batti
bandiera estera. La tassa andrà pagata anche sulle barche appartenenti a
cittadini italiani che non sono ormeggiate in porti italiani.

b)   La tassa sarà annuale e non più giornaliera;

c)   Le barche di nuova immatricolazione non pagano la tassa per il primo
anno di vita;

d)   La tassa è ridotta sensibilmente ecco le nuove tariffe per le barche a
vela:
 a) euro 400 per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri;
 b) euro 580 per le unità con scafo di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri;
 c) euro 870 per le unità con scafo di lunghezza da 14,01 a 17 metri;
 d) euro 1.300 per le unità con scafo di lunghezza da 17,01 a 20 metri;
 e) euro 2.200 per le unità con scafo di lunghezza da 20,01 a 24 metri;
 f) euro 3.900 per le unità con scafo di lunghezza da 24,01 a 34 metri;
 g) euro 6.250 per le unità con scafo di lunghezza da 34,01 a 44 metri;
 h) euro 8.000 per le unità con scafo di lunghezza da 44,01 a 54 metri;
 i) euro 10.750 per le unità con scafo di lunghezza da 54,01 a 64 metri;
 l) euro 12.500 per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri'';

e)   Le imbarcazioni da noleggio e locazione, intestate a società di
charter, non pagano la tassa (la stesura dell'emendamento, rivisto dal governo, non è molto

chiara per escludere del tutto il pagamento della tassa da parte delle
società di charter. E' certo, però che se questa non è abolita per intero, è
talmente ridotta da non rappresentare più un ostacolo all'attività degli
operatori);
f)     La tassa non la pagano le società di leasing che ritirano una barca
per insolvenza del locatario;

g)   Gli stranieri non pagano la tassa. Non la pagano anche se possiedono
una barca battente bandiera italiana.

Queste le modifiche più importanti contenute nel testo dell'emendamento.
L'emendamento, inserito nel decreto sulle liberalizzazioni, andrà al senato
nella giornata di oggi, giovedì 1 marzo. Sul decreto il governo porrà la
fiducia.

Questa apertura del governo nei confronti della nautica ha, oltre ad un
valore pratico, un alto valore simbolico, perché riconosce, implicitamente,
l¹importanza del settore.