martedì 20 novembre 2012

LA VENDEE GLOBE...riflessioni....

LA VENDEE GLOBE: "LA REGATA"
Non credo che ci sia nessun'altra regata al mondo che abbia la forza comunicativa, la capacità di emozionare, la straordinaria  potenza con cui perpetua i valori del'andare per mare, come la Vendée Globe : un giro del mondo in solitario passando a sud dei tre principali capi: Buona Speranza, Lewin e Horn. Soli, senza possibilità di essere assistiti per una navigazione che durerà minimo tre mesi. Dopo quattro anni dalla passata edizione, lo scorso 10 novembre è partita l'edizione 2012 con 20 skipper in gara (19 uomini ed 1 donna), ad oggi dopo 10 giorni già 5 ritirati.
"Non sapevano che era impossibile, quindi lo hanno fatto". 
E' questa frase di Mark Twain che capeggia in apertura del sito della Vendée Globe che credo esprima al meglio lo spirito di questa regata.  In fin dei conti ci dice: attenzione, è una impresa per cui ci vogliono doti eccezionali di resistenza fisica e mentale, capacità marinaresche e coraggio.  Ma soprattutto bisogna avere in sè ancora viva la fiamma che in origine ha spinto gli uomini a staccarsi dalla terra ferma per affrontare l'ignoto.
Quindi è ovvio che questa regata sia seguita da milioni di persone. Ovunque, tranne che in Italia. E questo nonostante il fatto che fra i partecipanti ci sia anche un italiano, Alessandro Di Benedetto, l'uomo che ha compiuto due anni fa il giro del mondo su una barca di 6,50 metri portandolo alla fine nonostante un disalberamento nei pressi di Capo Horn. In Francia,  visto che ha la doppia nazionalità, non solo riesce a trovare i finanziamenti per le sue imprese, ma Alessandro ha ricevuto anche la "Legion D'Onore"; mentre in Italia quest’impresa eccezionale non ha ricevuto che qualche riga sulla stampa specializzata.
 Milioni di persone che seguono le notizie in diretta sui siti, che trepidano per la collisione di Kito de Pavant con un peschereccio, del ritiro di Jérémie Beyou per problemi alla chiglia, o dello straordinario recupero di Alex Thomson dopo un lavoro all’asse del timone di 7 ore. Milioni di persone che la sera si collegano al sito della Vendée e insieme ai 20 navigatori solitari, lasciano le banchine di Les Sables D'olonne, mettono la prua in oceano e iniziano la traversata di Biscaglia.
Ne parlano i giornali, le tv e le radio, ovunque in Europa tranne che in Italia. Nel novembre del 2008 mi trovavo proprio a Les Sables D'Olonne alla patenza della regata. Lungo le banchine del porto, sulle barche in mare, nelle vie del paese c'era un milione e mezzo di persone ha incitare i navigatori, titoli sui quotidiani ogni giorno, interviste e aggiornamenti, neanche fossero i mondiali di calcio in Brasile. Quest'anno è stato lo stesso. Da noi nulla.
Ecco perchè la Vendee Globe, più di ogni altra regata, per me rappresenta la lacerazione fra sentimento e ragione: da un parte mi fa sognare, dall'altra mi ricorda che l'Italia è il Paese in cui quotidianamente si fa di tutto per distruggere dove ci sia, e non far nascere dove si potrebbe, l'amore e la cultura del mare.
Ecco il sito della Vendée Globe: http://www.vendeeglobe.org/fr/

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Partenza della Vendéè Globe


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Percorso regata


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Foto di Skipper prima della partenza


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I primi giorni di regata


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Un momento della partenza


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Uno dei 20 skipper in azione


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Alessandro Di Benedetto unico skipper italiano in regata


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L'unica concorrente donna: Samantha Davies


1 commento:

  1. E' proprio vero, laVendee Globe con i suoi gladiatori perpetua i valori dell'andare per mare. Invece il nostro Paese fa di tutto per distruggere questi valori.
    Experencia Austral
    http://www.velaallafinedelmondo.com/

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