giovedì 27 febbraio 2014

EMERGENZE MEDICHE A BORDO





Qualche giorno fà, ho ricevuto questo scritto dal mio amico Nico Caponetto, affermato giornalista  nautico e grande esperto velico, che da più di qualche decenni solca i mari un pò di tutto il mondo e ho ritenuto opportuno pubblicarlo con la speranza che il suo pensiero possa essere preso ad esempio da tutti noi che andiamo per mare, sia per diletto che per lavoro...o quanto meno che possa servire a far nascere una maggiore responsabilità in tutti noi....

Questa settimana un episodio mi ha spinto ancora a ragionare sulla diffusione della cultura nautica in Italia, o meglio della sua carenza. Che tradotto in soldoni significa essere molto deboli su uno dei fronti che potrebbe invece rappresentare un volano di sviluppo per il nostro Paese, il turismo nautico.

La cosa mi riguarda da vicino. Sono circa 30 anni che vado in barca. Mi sono preoccupato di formarmi come velista e come istruttore, ho accumulato un po’ di esperienza ma… ma per esempio non mi sono mai preoccupato seriamente delle emergenze mediche a bordo. Ossia di come affrontare, in una navigazione di qualche ora, non nella traversata atlantica, un fatto improvviso come una profonda ferita da taglio, una frattura, un colpo di sole o banalmente un attacco di mal di mare. Per non parlare poi di un attacco cardiaco.
Certo con un po’ di buon senso magari le cose si affrontano e in qualche modo si risolvono. Ma altra cosa è avere competenze specifiche, imparare concretamente come si immobilizza un arto e con cosa farlo, come si po’ chiudere una ferita con garze e cerotti o come si pratica il massaggio cardiaco. Con l’obiettivo di soccorrere la persona della cui incolumità siamo comunque responsabili, fino a quando non si raggiunge un porto o non siamo noi raggiunti dai soccorsi.

Ebbene in trent’anni non mi sono mai preoccupato di chiedermi: ma queste cose dove posso andare a impararle? E’ stato necessario un obbligo. Per motivi professionali mi è stato chiesto di presentare un First aid Certificate, riconosciuto a livello internazionale. Sono stato obbligato in sostanza dai regolamenti a fare qualcosa che dovrebbe essere nel nostro DNA di velisti. Otto ore di corso, in cui mi sono state insegnate semplici tecniche che possono fare la differenza fra un soccorso portato correttamente e qualche improvvisata soluzione che magari peggiora le condizioni dell’infortunato oppure, in alcuni casi, fra la possibilità di sopravvivere e quella di non farcela.
Ecco, credo che dai futuri comandanti, quando si accingono a sostenere gli esami della patente nautica, invece di pretendere di conoscere a memoria tutte le luci del mondo, si dovrebbe pretendere un corso di pronto soccorso. Si dovrebbe pretendere che abbiano le competenze per essere realmente comandanti, ossia in grado di tutelare l’ incolumità delle persone di cui sono responsabili a bordo.

Nico ha toccato il tasto "patente nautica"....che proprio in questi giorni sembra si stà dibbattendo su un possibile cambiamento per quanto concerne le modalità dell'esame....magari fra qualche giorno farò qualche considerazione..... 


 
Vacanze in barca a vela napoli
Un momento durante la navigazione



Vacanze in barca a vela napoli
Lo skipper illustra le manovre prima della partenza    






Vacanze in barca a vela napoli
Preparativi prima di salpare







A few days ago, I received this letter from my friend Nico Caponetto, journalist and expert nautical sail. He has been sailing for more than ten years all over the world, so and I thought it was appropriate to publish it, in the hope that his thought can be taken as an example for all of us who go to sea, both for pleasure or for work ... or at least that it can be useful so that we become more responsible....

This week an episode prompted me to think again about the spread of nautical culture in Italy, or rather about its lack. That translated means weakness on one of the fronts that could be a driving force instead for the development of tourism in our country, talking about: nautical tourism.

I m very involved in this matter. I have been sailing for about 30 years.  I 'm not worried about training as a sailor and as an instructor; I have accumulated a bit 'of experience but for example ...  I never seriously worried for medical emergencies on board. How to deal with, in a few hours of navigation , not in the crossing of the Atlantic , a deep stab wound , a fracture, a sunburn or trivially a bout of seasickness. To say nothing of a heart attack.

Of course with a little ' common sense maybe things are faced and resolved somehow. But it could be better specific knowledge and skills, learn how to effectively immobilize a limb and do something, as little ' close a wound with gauze and tape or how to practice a massage cardiac. With the aim of helping the person whose well we are still responsible, until you reach a port or not we are reached by rescue teams.

Well over thirty years I have never bothered to ask, where and how I could learn these things. For professional reasons I was asked to present an Internationally First aid certificate. I was essentially forced by regulations to do something that should be in our DNA sailors. Eight hours of the course, in which I have been taught simple techniques that can make the difference between a properly brought relief and some improvised solution that might worsen the conditions of the injured or, in some cases, including the opportunity to survive and to not do it.

Here, I think that future commanders, taking the exams of the boat license, instead of pretending to know by heart all the lights in the world, you should expect a first aid course. You should not expect that they have the skills to be really commanders, but that they are capable of protecting the ' safety of the persons on board of which they are responsible.

Nico has touched the key “boating license " .... that it seems there will be a change in future about the methods of examination these days it seems you are arguing over a possible change with regar
d.... maybe in a few days I will make a few comments .....

Si ringrazia Silvana Luongo per la traduzione

Vacanze in barca a vela napoli
Appena lasciato l'ormeggio