lunedì 14 ottobre 2013

RIFLESSIONI SUL SALONE NAUTICO DI GENOVA 2013

                                                       Genova, un Salone specchio della realtà.
Piccolo, concentrato, contratto, ridotto…insomma, gli aggettivi riduttivi per questa edizione appena conclusa del Salone di Genova si sprecano.
E in effetti l’impatto con l’area espositiva è stato per certi versi shoccante: interi padiglioni vuoti, direi abbandonati, molte meno barche in acqua, cantieri spariti fra gli espositori, un numero ridotto di barche. Eppure… Eppure credo che si sia trattato del salone più “vero” degli ultimi 5 anni, quello che con  più nitidezza abbia riflesso la vera immagine della nautica italiana oggi.
E lo dico pensando sia agli aspetti positivi e sia a quelli negativi.
I primi riguardano la centralità della vela. Pochi cantieri presenti rispetto al passato, ma barche in acqua e al centro dell’esposizione. Una scelta certo non dettata da una nuova cultura del mare, che in Italia manca,ma dalla crisi economica, i cui effetti si sono sentiti duramente nel comparto vela, ma non lo hanno ucciso, annientato, come invece è successo in quello del motore. L’appassionato di vela soffre,  riduce costi e progetti, ma il suo sogno non lo sopprime. Così a Genova la preponderanza della vela, in termini di barche accessori e appassionati, è stata evidente.
Poi la contrazione degli spazi e dei giorni, ridotti da 9 a 5, ha fatto si che ci fosse molta più gente concentrata. Un valore?  Forse no, ma si è respirata una vitalità che era stata smarrita. Che questo si sia tradotto in buoni affari per le aziende è difficile dirlo, ma certo tutti hanno riferito di visitatori più interessati, meno gitanti e più appassionati veri. Insomma, forse Genova, per la prima volta, non è stata una vetrina luccicante che mette in mostra qualcosa che non c’è, ma una rappresentazione di quello che è il vero mercato della nautica.
D’altra arte è stata l’ennesima occasione persa.  Se si confronta con Saloni come Parigi o Dusseldorf,dove gli organizzatori dedicano grande spazio alle attività culturali, dalle conferenze all’insegnamenti dei nodi, dagli incontri con grandi navigatori alle dimostrazioni di come si costruiscono o ristrutturano scafi,  il Salone del capoluogo ligure brilla per la quasi totale assenza di qualcosa che avvicini le persone alla cultura del mare. Venditori di tagliacipolle, borse di cuoio, e piadine, quanti ne vuoi, ma spazi dedicati alla storia, alle tradizioni, alla didattica alla trasmissione dei saperi che circonda questo patrimonio che è il mare, quasi zero. Ancora una volta non si riesce a comprendere quanto avvicinare la gente al mare possa rappresentare un potenziale anche da un punto di vista economico. E su questo piano dobbiamo sottolineare anche i prezzi, che certo non sono stati pensati per attrarre quante più persone possibili. Lasciamo stare l’ingresso, 15 euro, ma provate voi a prendere una piadina e una bottiglia d’acqua spendendo meno di 10 euro. Impossibile.
Infine una annotazione sugli spazi. Ribadisco che quella di quest’anno sia la dimensione giusta, ma si devono rivedere assolutamente i corridoi che costeggiano le banchine, soprattutto quello della vela dove nelle ore di punta, a causa della sezione strettissima,  era impossibile qualunque attività umana: camminare, fermarsi, lavorare, osservare barche o semplicemente parlare. Un unico e compatto fiume umano avanzava a pochi centimetri per volta creando impaccio sia a chi lavorava sia a chi voleva visitare le barche.
Ma a parte queste note negative, questo salone ha segnato una discontinuità netta con un passato  avvicinandosi un po’ alle dimensioni e allo spirito di chi in mare vuole andarci davvero. Chissà che non sia, invece che il solo riflesso di una crisi,magari un nuovo inizio.


progettoceano charter
Entrata Salone Internazionale di Genova 2013


Progettoceano charter
Folla allo stand Bavaria

Clicca quì per ascoltare i commenti di alcuni espositori del Salole di Genova 2013


Genoa, reality mirror salon

Small, focused, contract, reduced ... well, limiting adjectives for just ended Genoa Boat Show are wasted.
In fact, the impact of the exhibition area was in some ways shocking: whole empty halls, I would say abandoned, less boats in water than last year, building sites disappeared among the exhibitors, And yet ... And yet I believe that it was the most real show in the last 5 years, the ones showing   more sharpness on the real image of the Italian boat today.
And I say this is both the positive and the negative aspects.
The first relate to the centrality of the sail. A few sites present than in the past, but boats were in the water and in the middle of the exposure. Certainly this is not a choice dictated by a new culture of the sea, which in Italian is missing, but from the economic crisis, whose effects were felt strongly in the sector sail, but they did not kill him, annihilated, as it was in the engine world. The sailing enthusiast suffers, reduces costs and projects, but he doesn’t suppress his dream...
Then the contraction of space and days, reduced from 9 to 5, has meant that there were a lot more people focused. As a result it has been possible to smell a bigger vitality that was lost in the past. .  It is not easy to tell that this meant good business for companies, but certainly all have reported visitors more interested less trippers and more real fans. I mean, maybe Genoa, for the first time, was not a showcase glittering showcases something that is not there, but a representation of what is the true yachting market.
On the other hand it was another lost opportunity. If you compare Salons like Paris or Dusseldorf , where the organizers devote much space to cultural activities , starting  from conferences to teaching nodes, from meetings with great navigators demonstrations of how to build or refurbish hulls , In  the Hall of Genoa there is the total absence of  typical things  that would arouse the interest of people to the culture of the sea .,cutting onions  Seller , leather handbags, and wraps, as many as you want, but spaces dedicated to the history , traditions, teaching the transmission of knowledge surrounding the  sea  heritage , almost zero. Once again we fail to understand how to bring people to the sea may represent a potential even from an economic point of view. More we would like to emphasize were not so low to attract so many people as possible. Forget the entrance, 15 €, but even it was not possible to make a flat bread and a bottle of water for less than 10 Euros.

Finally, a note on the spaces. I repeat that this year is the right size , but it is absolutely necessary to  review the corridors that line the docks, especially  the sail one during peak hours , in fact because of  the narrow section , it was impossible: walking, stopping, work , observe boats or just talk . A unique and compact advancing human river a few inches at a time creating hindrance to those who were working and those who wanted to visit the boats.
But on the other hand, this show marked a clear break with past time. It has been a little closer ' to the size and spirit of those who really wants to go into the sea. Perhaps, rather than only the reflection of a crisis, it might be a new beginning.



Progettoceano charetr
Affollamento nei corridoi della vela


Progettoceano charter
Visitatori allo stand Bavaria


Progettoceano charter
Vista dall'alto del Salone di Genova 2013
 Si ringrazia Silvana Luongo per la traduzione in inglese.